Servizi
Roma sin dai tempi antichi è stata sempre un grande esempio di civiltà, un esempio di come i servizi pubblici fossero importanti per la cittadinanza in un tempo in cui l'igiene era una parola pressoché sconosciuta. Già nel primo secolo dopo Cristo l’imperatore Vespasiano introdusse per primo i bagni pubblici, imperatore da cui hanno preso il nome i servizi igienici. Roma fu la prima città ad esserne dotata. Nel 1993 il Comune di Roma fece rimuovere gli ultimi Vespasiani rimasti nelle vie della capitale, poichè secondo il Comune tali servizi non rispettavano il livello di igiene previsto dalla legge. Tuttavia dopo la rimozione dei vespasiani non fu prevista l’introduzione di nuovi servizi igienici in numero sufficiente a soddisfare non solo il bisogno dei cittadini di Roma, ma soprattutto quello dei milioni di turisti che ogni anno visitano la città.
In Giappone, Paese riconosciuto fra quelli con il più grande rispetto dell’igiene, e con il più alto senso civico, dobbiamo constatare la presenza di servizi pubblici fra i più innovativi e puliti del pianeta. Se dovessimo valutare il senso civico di un popolo dalla quantità e qualità dei bagni presenti sul territorio allora purtroppo dovremmo posizionare il nostro Paese nelle parti basse della classifica.
L’abitudine italiana di concepire i servizi pubblici come luoghi sudici e sconvenienti – “non è roba nostra” – è in contraddizione con la convinzione di essere uno dei popoli più puliti del mondo (in fondo il bidet ce l’abbiamo noi, no?). La responsabilità è anche delle amministrazioni locali, che nulla fanno per offrire servizi ben concepiti, strutturati e curati. In fondo è un po’ la storia del cane che si morde la coda. Eppure il bagno pubblico per il cittadino è una risorsa importante e diventa servizio indispensabile per un viaggiatore, costretto il più delle volte ad utilizzare le toilette di bar e locali pur di non accedere a quelle pubbliche. Nelle guide giapponesi viene consigliato ai viaggiatori diretti a Roma di usufruire delle toilette delle boutique di lusso poiché i pochi servizi pubblici della città sono sudici e mal tenuti.
Secondo problema, ma non meno importante, è quello dei trasporti. Un turista proveniente da qualsiasi altra città sviluppata europea e mondiale si troverà certamente a disagio di fronte alla possibilità di godere di sole due/tre linee metro mal funzionanti e pronte alla chiusura ogni volta che piove. È pur vero che, data la terribile indagine secondo il quale la maggior parte dei turisti trascorre a Roma massimo tre giorni, esso non potrà "godere" a pieno del nostro sistema di trasporto. Inoltre il turista si limita a visitare, la maggior parte delle volte, il centro storico che può essere tranquillamente percorso a piedi. Siamo però sicuri che anche da pedoni non si capita in qualche inconveniente? Già perché se si desidera passeggiare tra le vetrine di Via del Corso, per esempio, si deve sempre stare attenti alla grande quantità di macchine che invadono la città. Credo che la soluzione più ovvia sarebbe quella di chiudere al traffico il centro storico dal Colosseo a piazza del Popolo minimo,cosa che in parte è stata portata avanti dal sindaco uscente.Perchè non pedonalizzare il resto? Forse è scomoda per le numerose auto blu che circolano su quella via!
Lascio a voi l'ardua sentenza.