Fontanelle della capitale

Curiosità

 

Una certezza che si ha nella capitale è che  non si può morire di sete! Questo perché in ogni angolo c’è una fontanella o meglio un “nasone”,così le chiamano i romani e ciò si riferisce al pratico cannello per bere liscio e curvo che appunto sembra un naso.

Le prime fontanelle pubbliche nacquero nel 1870 dopo l'Unità d'Italia; l'acqua usciva da tre teste di drago. Le originali con il tempo vennero sostituite con le ancora vigenti fontanelle note con il nome di "nasone". Il primo modello non è del tutto scomparso, tre sono gli esempi superstiti. Uno è nella piazza del Pantheon, a due passi dalla rotonda e dalla sua fontana monumentale; l'altro è in via delle Tre Cannelle; l'ultimo si incontra in via di San Teodoro a ridosso del Palatino.

Qualche anno fa si parlò di "denasonizzare" la città, per evitare sprechi d'acqua, ma senza successo: l'espediente dei rubinetti provocò il surriscaldamento dell'acqua perciò venne abolito.

 

 

 

UN POMERIGGIO AD ANAGNI

Oggi vorrei parlarvi di un posto dove sono stata di recente:  Anagni. Questo piccolo comune, in provincia di Frosinone,è noto  come la “Città dei Papi” poiché diede alla Chiesa ben 4 papi (Innocenzo IIIAlessandro IVGregorio IX e Bonifacio VIII) e divenne anche residenza pontificia. Famosa è la vicenda dello “Schiaffo di Anagni”,uno schiaffo morale che Bonifacio VIII si prese dal re di Francia Filippo IV il Bello a causa della sua Enciclica, con la quale lo avrebbe dovuto scomunicare. Per impedire ciò il Bello inviò i suoi emissari,tra cui Sciarra Colonna, per intimargli di ritirare la sua bolla e condurlo prigioniero in Francia; Bonifacio VIII venne fatto prigioniero nel suo palazzo, ed in una delle stanze, ricevette lo schiaffo dal parte del Colonna,oltre ai soprusi ed angherie già ricevuti.

Il Palazzo di Bonifacio VIII è visitabile,si tratta di una struttura risalente ai primi anni del 1200,questa ospitò Gregorio IX che,nel 1230 qui ricevette l’imperatore Federico II di Svevia, prosciolto dalla scomunica che lo aveva colpito nel 1228; Innocenzo IV, eletto in conclave proprio ad Anagni nel giugno del 1243, vi ricevette Manfredi, figlio naturale di Federico II. Nel 1297 i Conti vendettero il palazzo ai Caetani, famiglia cui apparteneva Bonifacio VIII, e l’8 settembre 1303 fece da sfondo allo “Schiaffo di Anagni” che Dante nel XX Canto del Purgatorio renderà famoso, riscattando la figura del papa.

Il corpo principale del palazzo si presenta all’esterno come una tipica residenza baronale di inizio 1200: due grandi arcate in pietra, una scalinata esterna laterale che dà accesso al primo piano. Vi sono vari ambienti tra cui la sala degli scacchi che prende il nome dalla decorazione della parete Est,dove sono rappresentate forme quadrilobe che inscrivono delle scacchiere, con fiori ad otto petali contenuti negli spazi intermedi. Sulla parete Sud troviamo invece degli uccelli che alternativamente si guardano (raffigurando l’Amore) oppure rivolgono il loro sguardo verso Est e verso Ovest, i punti in cui sorge e tramonta il sole, simboleggianti la ciclicità del giorno e della notte (l’Eternità).

La sala delle oche: la decorazione della parete Ovest è data da riquadri romboidali in cui sono rappresentati volatili generalmente individuati come oche,ma se si fa attenzione si possono notare le differenze di piumaggio,del becco,della lunghezza del collo,ne risulta una sorta di catalogo della cacciagione dell’epoca. Questi affreschi sostituirono gli arazzi e i tendaggi che arredavano le dimore più fastose :da qui l’importanza dei riempitivi floreali, di scarso valore simbolico ma con riferimento immediato alle ricche decorazioni tessili; l’irregolarità dei bordi ricorda quella di una stoffa appoggiata alle pareti. Ne risulta un insieme unico nel suo genere, reso ancora più straordinario dal fatto che questi affreschi risultano essere il primo (o al più tra i primi) esempi di decorazione interna di architettura civile, pensato e realizzato con preciso scopo di sostituire le stoffe dell’epoca.

 

Altro sito interessante è la Cattedrale di Santa Maria dell’Annunziata costruita verso la fine dell’Anno Mille e i primi del secolo successivo; l’esterno è in stile Romanico,ma sorprendente è l’interno ricco di decorazioni gotiche lombarde del 1250,con splendido pavimento a mosaico della famiglia di marmorai romani Cosmati.Da non perdere la cripta,definita la Cappella Sistina medievale. Sulla volta  un mirabile intreccio di archi romanici,sulle pareti  splendidi affreschi che ricoprono una superficie di 540 m². Il ciclo pittorico è opera di artisti ignoti appartenenti a tre botteghe diverse, rappresenta la storia della salvezza dell'uomo dalla sua origine al suo giudizio,con scene dell'Antico e Nuovo Testamento ed un raro e importante ciclo scientifico sulla creazione del mondo e dell'uomo, in cui la concezione del microcosmo nel macrocosmo è accompagnata dalla figure dei medici Ippocrate e Galeno e dalla Teoria degli Elementi di derivazione platonica. Sulle pareti, invece, sono affrescate le storie dei miracoli attribuiti a S. Magno e le agiografie dei santi sepolti negli altari, nei quali riposano i corpi di S. Magno, patrono della città, SS. Aurelia e Noemisia, S. Secondina e reliquie di S. Oliva, S. Sebastiano, S. Cesareo e altri martiri[3].

Per quanto riguarda le case,qui ad Anagni vi erano quattro tipologie abitative già dal XIII sec. Adottate dalla nuova classe mercantile (a torre, ad atrio-porticato, mercantile, a profferlo). Un tipico esempio di casa a profferlo –con scala esterna di accesso al piano superiore per esigenze spaziali -. e’ la Casa Barnekow, sita lungo il corso, dove l’espediente viene elegantemente risolto con copertura a volte della stessa scala inquadrata da due archi esterni sostenuti da una colonna centrale. Alla fine dell’800, il pittore-ussaro di origine svedese Alberto Barnekow la acquisto’ abitandola assieme alla moglie anagnina, modificandone l’aspetto primigenio con affreschi suoi e lapidi dalle scritte originali, quasi visionarie, data l’eccentricita’ del personaggio che qualcuno ancora ricorda allegramente strambo.

Insomma questo comune è delizioso,ricco di Chiese ed abitazioni medievali e vale proprio la pena farci un salto! Infondo bastano poche ore per visitarla, sarete accolti dai simpatici anagnini ,godrete di aria fresca e di uno splendido panorama sulla Valle del Sacco,inoltre potrete assaggiare i piatti tipici della cucina ciociara che sono deliziosi! NON AVETE SCUSE!